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Alfio Nazzi

ALFIO NAZZI (detto NONNO LITICO)

Lo scopritore del villaggio neolitico di Sammardenchia ogni tanto passa al Centro Visite a salutare i "suoi" bambini. Alfio è stato il primo, anni fa, a cominciare ad andare nelle scuole per mostrare alle classi reperti e riproduzioni del Paleolitico e del Neolitico Friulano. Desidera che tutti possano conoscere la nostra più antica Preistoria proprio come è successo a lui: dal vero!! Se avrete un pizzico di fortuna e il nostro "nonno litico" si sentirà abbastanza in forma quel giorno, potrete incontrarlo al Centro Visite, e lui potrebbe raccontare ai vostri ragazzi come è stato, più di vent'anni fa, che ha scoperto un intero villaggio Neolitico nei campi del suo Paese. Il "nonno litico" più famoso del mondo (o almeno del Friuli). Lo scritto che segue è stato redatto da Alfio Nazzi, scopritore del Sito Neolitico di Sammardenchia, iniziatore del Centro Visite Storico - Archeologico di Sammardenchia, pioniere nel portare ai bambini delle scuole elementari la Preistoria direttamente nelle loro aule. Oltretutto, da iniziale curioso, è diventato grande appassionato di archeologia ed ottimo esperto, ed ha scavato ovunque in tutto il Friuli Venezia Giulia. Continua a venire al Centro Visite per salutare i "suoi" bambini, e siamo oltremodo convinti che per fermarlo non basterebbero le cannonate! Grazie di tutto, Nonno!!

Iniziai ad interessarmi di ricerche storiche nel 1979, per poter scrivere la biografia di mio padre, intitolata "Il babbo e i suoi tempi, usi e tradizioni friulane", pubblicato nel 1980. Avevo avuto notizia di una località in cui avrebbe dovuto collocarsi il vecchio sito di Sammardenchia, trovai invece che si trattava di un insediamento di epoca romana. Nel controllare i resti rinvenuti, assieme a Marco Chiavon e Roberto Tosone, rinvenimmo le prime tracce di reperti preistorici. Da allora, dedicai gran parte del mio tempo libero, sotto la guida di Aldo Candussio, Ispettore Onorario della Soprintendenza, a ricerche di superficie e a scavi archeologici. Il mio primo scavo fu a Biarzo (Cividale), luogo del famoso riparo, nel 1981, e fino ad oggi ho partecipato ad oltre 45 campagne di scavo di epoche diverse. Visitai molti musei, studiai molte pubblicazioni riguardanti la preistoria ed in particolare mi concentrai sul Neolitico Antico. Tutto questo mi fu utile per le mie ricostruzioni di utensili utilizzati nei siti neolitici come Sammardenchia. Gli strumenti che ricostruivo mi servivano per andare nelle scuole e permettere a studenti e maestre di vederli e toccarli, ebbi un grande riscontro per questa mia attività, tanto che le richieste per queste mie "visite" aumentarono in maniera tale che non ero più in grado di soddisfarle neppure con l'aiuto di altri appassionati. Per questo fondai il Centro Visite Storico - Archeologico, nelle ex scuole elementari di Sammardenchia. Nel 1985 iniziarono gli scavi a Sammardenchia, con la direzione del professor Bernardo Bagolini dell'università di Trento, e con la dottoressa Francesca Bressan. Nel 1990 pubblicai il libro "Preistoria e Storia di Sammardenchia”. Nel 1994 la direzione dello scavo fu affidata ai dottori Andrea Pessina e Alessandro Ferrari, in sostituzione del professor Bagolini, che nel 1995 ci lasciò prematuramente, e tale è rimasta fino alla campagna di scavo del 2005. I risultati ottenuti in questi anni sono stati più che sorprendenti, tanto che il sito di Sammardenchia è famoso a livello mondiale per la quantità, vastità e qualità dei suoi reperti. Sono state date ben dieci tesi di laurea sul sito e sulle analisi di laboratorio che lo riguardano, in diversi atenei. In tutti questi anni io feci da coordinatore assieme al dott. Pessina e il Gruppo di ricerche storiche “Aghe di Poç”, sostenuti dall' Amministrazione Comunale. Nel 1994 i Quaderni Friulani di Archeologia (n. 4) pubblicarono le mie ricerche sulla ferratura, in un lavoro intitolato "Ferri per cavalli, buoi e asini del Medio Friuli" contenente materiale inedito proveniente da anni di ricerche di superficie fatte assieme ai signori Candussio e Macuglio, su una strada romana, passante da Sevegliano a Strassoldo. Nel 2001 pubblicarono sull'annuario "Ad Undecimum", di S. Giorgio di Nogaro, la mia opera in friulano: "O ierin ir frusts, vuè o sin za vecjuts". Nel 2002 con il maestro Gaetano Vinciguerra, insegnante nella scuola primaria di Pozzuolo del Friuli, iniziammo la sperimentazione della coltivazione di cereali Neolitici assieme agli alunni delle classi terze, che venne fatta utilizzando esclusivamente le mie ricostruzioni di utensili di epoca Neolitica. Negli anni successivi continuammo a sperimentare le fasi successive alla coltivazione, fino alla panificazione, concluendo dopo tre anni con la ricostruzione dei silos per la raccolta e conservazione dei cereali. Questo progetto ha ricevuto nel 2005 il premio " Scienze in fiore dal Laboratorio dell’Immaginario Scientifico di Trieste. Da tutta questa esperienza è stato tratto un DVD tradotto in italiano, friulano e sloveno che ha ottenuto il Premio Provincia di Pordenone per la cultura nella XXII edizione del Concorso internazionale Videocinema&scuola. Io sono stato ampiamente ripagato con il libro "Grazie Alfio Nazzi, nostro NonnoLitico", scritto dai bambini, con cui ho lavorato, con parole semplici ma che toccano il mio vecchio cuore. Ma non mi fermo qui, e ,se arrivano i finanziamenti, ho già pronto per la pubblicazione il libro " La terra, la gente, gli animali che ho conosciuto: un secolo di cultura e coltura nei paesi del Medio Friuli". Nel cassetto tengo in serbo la commedia in friulano " Alle antighe ostarie", ma anche il saggio "Vite tirade al santesin", e diversi altri scritti: "Il fringuello e il gigante", "L'oca e l' indiano", "La mia vita", "Vita in fabbrica", "Casa patriarcale", "Rifugio in centro", "Sammardenchia e le sue acque". Oltre a tutto ciò ho seguito e riscoperto l'albero genealogico dei Nazzi e dei Fasano. Sono anche pittore ed ho dipinto ad olio su tela, in stile naif, una trentina di quadri, oltre ad aver scolpito il legno e sbalzato il rame.

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