Demo

Francesco Berti

A cura di Mauro Duca

Due le località che riempiono di significato la sua esistenza: Pontebba e Pozzuolo del Friuli, dove trascorse la maggior parte e il miglior tempo degli anni suoi.
Agrimensore e astronomo, matematico e poeta, ma soprattutto uomo che seppe dare il meglio di se alle comunità che ebbero il privilegio di annoverarlo come loro concittadino. Possedeva un senso di equità ed una saggezza non comuni. Schivo di encomi aveva, fra le tante, una particolare virtù: la modestia.
Se la cittadina di Pontebba ha potuto trarre profitto dalle energie giovanili di Francesco, Pozzuolo del Friuli beneficia degli oltre venticinque anni di residenza, periodo nel quale troviamo decine di iniziative di ricerca e di studio, nonché una impressionante attività nel sociale e nella cultura.

 

Nasce a Cividale del Friuli (UD) il 16 novembre 1870, da Giuseppe e Teresina Missana.
Diciannovenne, consegue bril­lantemente il diploma di geometra- agrimensore presso l’istituto Tecnico « A. Zanon» di Udine.
Nel 1892 viene assunto, per concorso, al Catasto di Stato, successivamente è dichiarato abilitato al passaggio in pianta stabile con la retribu­zione di lire quattro giornaliere.
Dal catasto passa alla dogana (1898) e viene destinato a Genova, preceduto da ottima fama, il “regio impiegato” ottiene il trasferimento nel suo Friuli, a dirigere la dogana di Pontebba.

Pontebba, in quel tempo, era località di confine. Il torrente Pontebbana, infatti, segnava il Confine di Stato e separava Pontebba (italiana, con circa 300 abitanti) da Pontàfel (austriaca, con poco più di 500 abitanti).
Pontebba è Pontàfel: due paesi diversi per nazionalità, lingua, leggi, costumi, ma topograficamente uniti in un unico centro abitato. Vi era, peraltro, una certa identità di vedute fra gli amministratori dei due comuni, e ciò avvenne per loro reciproca stima che durava da tempo.
Questo fatto favorì, al termine della guerra, la fusione politico-ammi­nistrativa dei due paesi.

 

Nel 1902, Bierti conosce Arturo Zardini. Fra i due nasce un'amicizia che diventa fraterna e durerà per tutto il resto della loro esistenza.
Francesco Berti, nel 1906, sposa Ottilia Jannach, di Pontàfel. Dal matrimonio nascono le due figlie: Teresina e Vittorina.
Nel 1912 Bierti compone la prima delle tre villotte che saranno musicate dal­l'amico Zardini: “a Tarcint”. (Con questo brano inizia anche la produzione musicale folkloristica di Arturo Zardini).
Berti nell’anno successivo viene colpito da un grave lutto familiare, muore la moglie Ottilia, dopo appena sette anni di matrimonio.
22 maggio 1915, la guerra è alle porte, Pontebba viene fatta evacuare e l’ispettore Francesco Berti viene di nuovo mandato a Genova ad espletare il servizio di dogana. Le due figlie, invece, si fermano a Pozzuolo del Friuli, dalla zia Genoveffa (deceduta nel 1968 alla veneranda età di 107 anni) fino al 1917, anno in cui anch’esse profughe raggiungono il padre in liguria.
Nel 1919 avviene il rientro agognato a Pontebba, mentre il resto della famiglia si stabilisce nella dimora di Pozzuolo. – l’arrivo è registrato, all’anagrafe del comune, in data 18 gennaio –
Il 20 gennaio 1920 viene eletto sindaco per acclamazione della nuova Pontebba (il trattato del 1919 fa si che Pontàfel passi all’Italia).
Nei due anni successivi Berti scrive: “il Furlan” e “Cjant a Gurizze” che l’amico Zardini rivestirà di note musicali.
Attraverso queste composizioni verbali, Berti manifesta, con sentimenti genuini, il suo amore per il Friuli e per l’Italia.
Il 25 luglio 1925 cessa l’incarico di commissario prefettizio a Pontebba e negli anni successivi riveste la carica di commissario a Mortegliano (anche Sindaco), Pozzuolo del Friuli e Tolmezzo.
Il 1925 per Berti è un anno di grandi decisioni, infatti per i meriti acquisiti nella professione di doganiere riceve l’ordine di trasferisi in Sicilia. Il nostro ispettore di dogana chiede con insistenza di rimanere nel suo Friuli e precisamente a Udine. Dopo una lunga discussione con i superiori decide di andare in pensione.
Con penna felice e con una certa “stizza” contro coloro che gli hanno negato il posto di Udine scrive:

 


ciò avvenne per la semplice
causa che framassone
mai e poi mai volli essere,
malgrado l’esortazione.
Invece la legittima
Richiesta reiterata
L’abbandonar la gelida
Pontebba diroccata,
per trasferirmi a Udine
restò lettera morta
e neppur mille suppliche
m’apriron quella porta.
Al rassegnato attendere,
alla mia attesa insonne,
fu opposto onor l’ignobile
parola di Cambronne!

 

Poi Berti saluta la sua amata Pontebba e gli amici di sempre, con soffusa malinconia:

 

Addio, Pontebba, dove i miei più verd’anni
Sono fioriti della vita mia..
A voi amici addio…

Franceso Berti si rifugia a Pozzuolo nella casa ereditata dagli avi (un tempo dimora del poeta Pietro Sillio). Senza mai trascurare gli studi prediletti di letteratura e di scienze matematiche, lasciò in molti settori il segno di una feconda attività.

Una particolare carta d’identità.
Presso l’archivio comunale di Pozzuolo del Friuli è stato rinvenuto un foglio dattiloscritto che potrebbe fungere da carta d’identità.
In realtà, si tratta delle motivazioni concernenti le benemerenze acquistite dal Cavaliere in occasione dell’intitolazione della via al suo nome, nel 1961.

Berti cav. Francesco
Nato a Pozzuolo del Friuli il 16 novembre 1870
Deceduto a Pozzuolo del Friuli l’11 gennaio 1952
--
Commissario prefettizio di Mortegliano e Pozzuolo del Friuli (1919-1921)
Consigliere provinciale
Commissario prefettizio di Pontebba
Sindaco di Mortegliano (1922/23)
Presidente dalla società operaia di mutuo soccorso a Pontebba
Fondatore della scuola serale di disegno di Pozzuolo del Friuli e insegnante della stessa
Insegnante di matematica, agrimensura e disegno presso la scuola di agricoltura di Pozzuolo del Friuli
Consigliere dell’asilo infantile di Pozzuolo del Friuli
Consigliere dell’ECA Pozzuolo del Friuli
Progettista e realizzatore del Parco della Rimembranza di Pozzuolo del Friuli
Progettista e direttore dei lavori del campo sportivo di Pozzuolo del Friuli
Progettista e direttore dei lavori della sistemazione della piazza di Pozzuolo del Friuli
Appassionato di studi matematici e astronomici
Cultore della musica e collaboratore per la parte poetica del maestro Zardini di Pontebba, autore di numerose villotte.
Progettista di altre opere pubbliche.

Dal momento del suo collocamento in quiescenza e sino alla morte si è interessato a tutte le iniziative che avessero per fine il benessere dei cittadini.


Cjant a Gurizze
Parole di Francesco Berti – Musica Arturo Zardini

Se il dolor che lu puartave
Su la mont sacre ai fedèi
Il furlàn a Dio contave
Nel lengàz da’ nestri viei,

un sol scrùpol a i restave,
di podè sedi esaudìt:
che il Signor che lu scoltàve
in furlàn lu ves capit.

Uè la mont dos voltis sante,
nestre ‘e jè, Gurizze o sur,
e par cheste Pontebe ‘e cjante
il mior cjant che j ven dal cur.

Tu ten cont di che montagne:
là, ogni clap l’è tombe e altar;
la rosade che la bagne
‘e rinfres’ce il sanc plui cjar.

Cul pensir su che montagne
lin, Gurizze, al braz al par:
l’è il Friul che nus compagne,
saludin Triest e il mar!

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