Demo

Grazie a Dio questi brutti tempi sono passati


Presentazione
Il Gruppo di Ricerche Storiche “Aghe di Poc” compie l0 anni di vita e la pubblicazione di questo libro è fra quanto di meglio si possa proporre per celebrare l'anniversario di una associazione culturale che ha tra le maggiori finalità proprio la ricerca storica.
Questo libro, frutto di una puntigliosa ricerca del prof. Giacomo Viola, completa, con i dati raccolti nei molti archivi da lui setacciati, quanto lo stesso autore ci aveva proposto con il libro "No vin durmide une lus"; si ha così un quadro completo sia dell'esperienza personale (con le interviste del primo libro) sia dell'esperienza collettiva
(con questo volume) della vita quotidiana e della realtà sociale in quel lontano periodo della prima guerra mondiale.
L'autore ci propone la storia delle vicende locali durante la guerra con un' angolatura che ci fa percepire come i numerosi piccoli e grandi problemi quotidiani che la gente comune deve affrontare in questa situazione siano molto più importanti di quanto succede sullo scenario generale ed europeo della guerra stessa; e come non può essere così se i militari ti requisiscono l'unica mucca che possiedi e che ti serviva per i lavori agricoli?
Se ti requisiscono i prodotti della terra coi quali dovevi sfamare la famiglia? Se dal fronte ti arriva la notizia della morte del marito, del figlio o del padre?
Naturalmente la prima guerra mondiale e la successiva ridivisione dell'Europa sono argomenti militari, politici ed economici vasti e dibattuti, ma la storia della nostra comunità si alimenta di quei tanti "piccoli" fatti ed episodi che in questo libro, sono così ben descritti e documentati.
Come presidente di “Aghe di Poc” non posso che ringraziare, a nome del Gruppo e di quanti apprezzeranno questo libro, l'autore Giacomo Viola per il grosso lavoro svolto, il Comune di Pozzuolo che qualche anno fa con un contributo regionale aveva finanziato in parte questa ricerca, la Banca Popolare Udinese che ha patrocinato la
pubblicazione con una consistente somma di danaro e quanti hanno prestato la loro collaborazione per la riuscita dell'iniziativa.
Concludo con l'auspicio che l'elenco delle pubblicazioni di “Aghe di Poc” continui, nel futuro ad arricchirsi di nuovi titoli (idee e progetti non mancano!) sperando che questi "piccoli" mattoni della nostra storia arricchiscano la nostra comunità ed entrino in ogni famiglia.

Marco Chiavon
Presidente del gruppo di ricerche storiche" Aghe di Poc"

 

 Una battaglia, la guerra, un paese
Che cosa produsse la battaglia del 30 ottobre 1917 a Pozzuolo, non solo per le truppe italiane ed ustro/tedesche che si combatterono in quel giorno, ma per la gente che continuò a vivere nel paese?
Che rapporto ci fu tra l'evento grande e terribile della battaglia, (della guerra nel suo complesso) e la vita quotidiana di quella comunità?
Come vennero organizzate l'economia, l'amministrazione, l'istruzione durante l'anno di occupazione?
Che rapporti ci furono tra la gente di Pozzuolo e gli occupanti?
Quale fu, alla fine della guerra, la situazione della popolazione nei paesi del comune di Pozzuolo?
Mi sembrano queste le domande che dobbiamo porci ancor oggi, a più di 70 anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, se vogliamo completare un quadro generale riferito al comune di Pozzuolo che ha invece, per altri versi, elementi molto precisi, ma limitati ad un ben determinato aspetto.
Infatti una vasta opinione pubblica, non solo friulana, ricorda Pozzuolo del Friuli quasi unicamente perché lo collega alla cruenta battaglia che vi si svolse il 30 ottobre 1917 tra le truppe italiane che si stavano ritirando dopo Caporetto e le avanzanti armate austro/tedesche.
Dalla fine del l° conflitto mondiale l'Arma di Cavalleria ha fatto della ricorrenza del 30 ottobre 1917 una manifestazione nazionale alla quale, ogni anno, partecipano a Pozzuolo numerosi ex-combattenti provenienti da tutta l'Italia con notevole risonanza non solo locale.
A Pozzuolo del Friuli vi sono oggi monumenti, lapidi, vie, sculture che ricordano le gesta dei dragoni del Genova e dei lancieri di Novara ed il sacrificio dei fanti della Brigata Bergamo.
Nel tempo, da quella lontana giornata, non sono mancate, sulla battaglia di Pozzuolo, le cronache, le memorie o le raccolte di documenti, ma tutte unicamente dal punto di vista militare. Questo anche perché, com'è noto, a partire dagli anni venti si innestò una vivace polemica tra il generale Pietro Balbi (comandante la Brigata Bergamo il 30 ottobre 1917) ed il generale Emo Capodilista (che guidò, nella battaglia, i due reggimenti di cavalleria). La loro
lunga controversia su chi fosse stato incaricato di difendere Pozzuolo e lo avesse poi fatto ci ha permesso di comprendere nei minimi particolari tutti i movimenti delle truppe durante le ore del combattimento. Negli anni cinquanta si parlò anche di fare un film sulla battaglia di Pozzuolo e alcuni contatti furono intrapresi tra le autorità militari, l'Amministrazione comunale e un regista romano. Poi però non se ne fece nulla ...
Ma a questo quadro manca, se si osserva attentamente, un elemento essenziale: la presenza della popolazione civile nella guerra.
Certo, ogni anno, si ricordano e ricevono riconoscimenti e attestati di stima coloro i quali, tra i pozzuolesi, maggiormente si adoperarono per aiutare il 30 ottobre 1917 i militari italiani nella difesa del paese. Ma la guerra non si concluse con quella battaglia che rappresentò, per la popolazione civile, solo la punta del classico iceberg di una situazione nella quale il conflitto coinvolse tutte le famiglie del comune di Pozzuolo, che non solo vissero quelle drammatiche ore della battaglia, ma subirono, poi, per un anno, la pesante occupazione militare austro/ tedesca. Quella stessa popolazione, già dal 1914, stava vivendo la guerra con tutti i suoi effetti sui singoli e sulla comunità.
Finora, però, se si escludono alcune testimonianze orali di chi, in quegli anni, era poco più che bambino o adolescente (il volume "No vin durmide une lùs " ne ha raccolte una ventina) molto limitati sono stati gli interventi cronachistici, documentaristici, storici che riportassero elementi sulla vita sociale della gente pozzuolese nel periodo della così chiamata "Grande Guerra" e in particolar modo dalla battaglia in poi, durante l'anno dell'occupazione.
Voglio qui ricordare soltanto due note personalità che hanno accennato a tali problemi nella loro produzione scritta. In primo luogo vorrei citare il parroco di Pozzuolo del tempo don Marco Dall'Ava che in un lungo articolo della rivista "La Panarie" del gennaio 1924 descrive, da testimone diretto, la battaglia del 30 ottobre 1917 e ne fa emergere tutte le preoccupazioni ed angosce della gente. D'altro canto anche Giuseppe Del Bianco nel IV volume del suo celeberrimo "La guerra e il Friuli" riporta alcuni documenti non solo su Pozzuolo ma anche di
altre frazioni del comune. Molto è stato fatto dunque per capire storicamente come si determinò, si svolse e si concluse dal punto di vista militare lo scontro tra italiani ed austro/tedeschi nel paese di Pozzuolo; pochi documenti invece sono stati portati alla luce per approfondire, precisare, chiarire ciò che le fonti orali ci riportano con le loro memorie sugli effetti di quella battaglia per la gente che continuò a vivere nel paese.
E' stato proprio questo il senso della ricerca che ho svolto a partire dal 1988: rintracciare i principali documenti scritti riguardanti la vita sociale, economica, politica, culturale della popolazione del comune di Pozzuolo durante la l° Guerra Mondiale.
Per fare ciò mi sono avvalso della grande disponibilità dimostratami dal personale addetto all'archivio comunale di Pozzuolo che ho consultato a partire dagli atti municipali degli anni 1911/12 fino al 1920; ho poi potuto contare sulla sensibilità e collaborazione dei parroci di Carpeneto, Pozzuolo, Terenzano e Zugliano presso i cui archivi ho reperito materiali piuttosto interessanti.
Mi sono servito anche della raccolta di quotidiani dell' epoca (La Patria del Friuli, Il Giornale di Udine, il Corriere del Friuli) che ho potuto rinvenire nella Biblioteca Civica di Udine.
Nell'Arch. Diocesano (sempre a Udine) ho consultato alcuni fascicoli conservanti tra l'altro materiali delle parrocchie di Zugliano, Terenzano, Pozzuolo e Carpeneto del periodo 1914-1918, e le relazioni dei parroci per le visite pastorali dell'allora arcivescovo Anastasio Rossi tra il 1911 e il 1919. Nella biblioteca del seminario di Udine ho, infine, rintracciato alcuni testi di non più facile reperibilità che si riferiscono alla Scuola Agraria di Pozzuolo.
Importanti sono state anche alcune memorie orali di testimoni di quegli anni raccolte in alcune frazioni.
Molto significativa è stata la disponibilità dimostratami dall' ex-fante della Brigata Bergamo Giacomo Aresi che ha messo a disposizione le memorie scritte di testimone diretto della battaglia combattuta dal suo reparto presso la filanda di Pozzuolo.
Alla fine di questa consultazione mi sono ritrovato sia con più materiale di quanto pensassi si potesse rintracciare a più di 70 anni da quegli avvenimenti, sia con molti documenti scritti di diverso linguaggio, messaggio, significato. Il metodo allora usato per proporli alla lettura è stato da un lato quello di seguire le sequenze temporali dei fatti accaduti inserendovi il documento e dall'altro quello di lasciar "parlare" il più possibile il documento stesso
intervenendo per collegarlo ad altri o per chiarire eventuali contesti più generali.
"Una comunità nella Grande Guerra" è comunque ancora al di qua di una più approfondita analisi storica che necessita di tutti gli elementi a disposizione per un giudizio complessivo sulla pur piccola realtà del comune di Pozzuolo che, tuttavia, con i suoi 5400 abitanti nel 1914, ci può dare uno spunto realistico, anche se limitato, di ciò che la popolazione friulana visse e subì nella Prima Guerra Mondiale.
Compito questo che spero posso essere assunto sempre più da singoli storici o da quegli Istituti o Musei storici che anche nella nostra realtà stanno verificando come sia necessario passare attraverso le "storie locali" per poter fare la "storia regionale" pur senza cadere in un particolarismo eccessivo. In tal senso, nella presentazione di questo volume, il prof. Gustavo Corni, dell'Università di Chieti-Pescara, ha sintetizzato efficacemente quali siano stati i mutamenti più recenti della storiografia sulla Grande Guerra con l'utilizzo di fonti sottovalutate in tempi passati, l'atteggiamento diverso degli studiosi rispetto all'evento bellico, l'aver portato alla luce "micro-storie" legate a determinati territori. Mi auguro che il materiale raccolto in questo volume possa aiutare ad una miglior conoscenza da un lato e ad una precisa analisi dall'altro. Non mi resta che ringraziare allora le varie Amministrazioni Comunali di Pozzuolo a partire da quella che, nel gennaio '88, per il sollecito interessamento dell'allora assessore alla cultura Marco Chiavon, finanziò la ricerca.
Voglio inoltre ricordare che tutto il lavoro d'impaginazione e la ricerca del materiale fotografico sono state curate da Mauro Duca, mentre la copertina è opera di Gianni Cogoi.
Mi si consenta, infine, di esprimere la mia riconoscenza alla direzione della Banca Popolare Udinese che ha in parte finanziato la pubblicazione del volume e a tutte quelle persone non solo del comune di Pozzuolo che hanno messo a disposizione fotografie, documenti scritti, testimonianze orali.

Giacomo Viola

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www.aghedipoc.it - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Via Petri - 33050 Pozzuolo del Friuli - Udine

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