30 ottobre 1917
LA BATTAGLIA
Tra il 29 e il 30 ottobre 1917 si combattè a Pozzuolo del Friuli una tra le più cruente e particolari battaglie del periodo immediatamente successivo alla rotta di Caporetto nella Prima Guerra Mondiale. L'attacco congiunto del 24 ottobre 1917 nella conca tra Plezzo e Tomino delle armate austriache e tedesche aveva ottenuto lo sfondamento del fronte e la ritirata della II e III armata italiana verso i ponti del Tagliamento.
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Rapida era stata l'avanzata delle forze occupanti e già il 28 ottobre truppe tedesche ed austriache erano giunte ad Udine predisponendosi ad avanzare ulteriormente verso ovest e sud in direzione dei ponti di Codroipo e Latisana. A quel punto i Comandi italiani decisero di predisporre delle strategie di resistenza per impegnare il nemico e permettere ad un numero consistente di truppe italiane di attraversare il fiume e mettersi in salvo. Nella prima mattinata del 29 ottobre venne diramato dal Comando della I Divisione di cavalleria l'ordine di assumere uno schieramento . "... avanti la linea Pozzuolo del Friuli - Pasian Schiavonesco ( oggi Basiliano ) - Lumignacco, con fronte a Udine e con la I Brigata a Pasian Sciavonesco e la II a Pozzuolo del Friuli... " Lo scopo era quello di proteggere un fianco della II Armata che stava retrocedendo dal torrente Torre al fiume Tagliamento.
L'avanzata nemica stava velocemente avvenendo lungo le direttrici Udine - Campoformido - Codroipo e Udine - Mortegliano - Castions - Latisana. In realtà l'ordine del Comando di cavalleria potè essere eseguito solo per Pozzuolo del Friuli dai reggimenti Genova e Novara della II Brigata di cavalleria. Le loro prime pattuglie giunsero verso le 16 del 29 ottobre a Pozzuolo, provenienti dalla frazione di Sammardenchia; il Comando venne stabilito nella villa Masotti, adiacente alla piazza principale. Lì arrivò poco dopo anche il Comandante di quelle truppe : il generale conte Giorgio Emo Capodilista. Il Reggimento Novara si attestò nella parte occidentale del paese per controllare le vie che portavano a Carpeneto, S. Maria e Mortegliano; il Reggimento Genova, invece, fu schierato nella parte opposta per controllare, soprattutto, la strada proveniente da Udine a nord e poi anche da Lavariano e Sammardenchia ad est. Il paese venne scelto proprio per questo incrociarsi di vie che conducevano verso ovest e verso sud ai principali passaggi del Tagliamento. Dal tardo pomeriggio del 29 ottobre iniziò la preparazione per affrontare, resistendo il più possibile, le truppe austrotedesche che stavano avanzando e già avevano occupato sia Udine che Campoformido. La popolazione civile, che in gran parte era rimasta in paese anche dopo le notizie confuse della ritirata militare, collaborò in questa preparazione anche costruendo diverse barricate in molte strade. Scrisse il parroco di allora, don Marco Dall'Ava, : " Fu disboscato tutt'intorno al paese e furono appostate le mitragliatrici ... " Durante la sera e nella notte del 29 ottobre già si combatteva nelle vicinanze del paese. Al mattino presto, favoriti da una fitta nebbia, giunsero in paese due reggimenti della Brigata di fanteria Bergamo, condotti dal generale Pietro Balbi. In realtà il loro ordine di marcia prevedeva solo il passaggio a Pozzuolo per andare ad occupare la frazione di Carpeneto e poi puntare decisamente su Campoformido nel tentativo di attaccare la le forze austrotedesche che da Udine puntavano su Codroipo. Tale obiettivo non potè essere raggiunto dai fanti italiani perchè le forze occupanti erano già in possesso sia di Campoformido che di Carpeneto e gli uomini del generale Balbi dovettero fermarsi alla periferia nord-ovest di Pozzuolo, nei pressi della filanda, dando comunque un aiuto importante nella difesa del paese assieme ai cavalleggeri dei reggimenti Genova e Novara. La giornata del 30 ottobre fu veramente terribile perchè la battaglia raggiunse livelli estremi e coinvolse sia i militari che i civili provocando centinaia di morti e feriti man mano che l'accerchiamento austrotedesco si faceva sempre più serrato. Nelle prime ore di quel pomeriggio del 30 ottobre si raggiunse il culmine dell'attacco sferrato dalle divisioni imperiali contro le truppe italiane che difendevano Pozzuolo anche per l'arrivo e l'impegno di nuovi reparti dotati di artiglieria e di numerose e potenti mitragliatrici. Nella cronaca che ne fece qualche anno dopo il parroco, don Dall'Ava, troviamo scritto : " ... Alle 17 il combattimento raggiunse la massima intensità... alle 17,30 il paese era accerchiato... venne l'ordine alla cavalleria di ritirarsi aprendo un varco attraverso gli austrotedeschi. I due gloriosi reggimenti che avevano perduto oltre la metà dei loro effettivi, presero direzioni diverse : il Genova alle 18,30 giungevaa S. Maria di Sclaunicco, il Novara puntava su Mortegliano... E il paese, verso le 18, fu poi invaso dalle milizie nemiche... " La battaglia si era così, tragicamente, conclusa lasciando sul campo un numero enorme di morti e feriti nei due campi avversi; aveva provocato centinaia di prigionieri, soprattutto tra i reparti di fanteria; aveva iniziato, nel modo più traumatico per l'intera popolazione civile, un anno di dura occupazione militare che si concluderà soltanto nei primi giorni di novembre 1918, quando anche a Pozzuolo ritorneranno le truppe italiane.